E noi che pensiamo tutto sia basato sulla “libera” scelta democratica, dovremmo ogni tanto volgere lo sguardo ad associazioni no-profit (?!) che si riuniscono a “porte chiuse”. Una di queste è certamente Aspen Institute, la sua sfera di influenza, la mission, i soci. Dopo di che, bisogna chiedersi Se Questa E’ Una Democrazia. O sia solo Politology!
Ne avevo già trattato in precedenza, en passant in Elezioni: Deterrenza Democratica o Rivoluzione Civile? Volare, nel Blu Dipinto di Blu.
Purtroppo il nome del bissante pdr Napolitano è magicamente scomparso dalle pagine online dell’istituto quale emerito contributore. Ma se ne trovano ovunque, soprattutto di interventi passati proprio ad Aspen – Colorado, da cui prende il nome l’associazione – o per la partecipazione diretta del di lui figliolo, Giulio.
Uno dei riassunti più marcatamente intellegibili, ce lo rende Oltre la Coltre con La Corsa al Quirinale-I Manovratori del 18 Aprile ’13. Un ripasso fondamentale delle trame chiare e scure che effettivamente muovono gli interessi del mondo. Tutto accade, fuorchè l’applicazione della democrazia. Personaggi noti e meno noti che si muovono indisturbati (D’Alema, Monti, Amato, Violante, Annunziata, Tremonti, i due Letta – che uno ci pare poco – etc).
E per i lucani – quelli che si fossero fatti sfuggire le inchieste di Nicola Piccenna su L’Indipendente Lucano – abbiamo pure il saggio dalla bava setosa, o dalla seta bavosa, Bubbico. Sì, proprio quello che è stato così veloce in una notte di consiglio regionale a regalare l’acqua di una delle fonti del Vulture alla Coca Cola; praticamente quella che bevete sottoforma di Lilia. Regalare? Sissignore, regalare grazie all’aggiustamento di un comma, come si può apprezzare da una nota dell’allora consigliere regionale di PRC Emilia Simonetti pubblicata sul sito del consiglio di Basilicata del 2006: rivedere la disciplina delle concessioni per le acque minerali.
Il colpo di mano, allora, fu fatto in una notte in cui si riscrisse la normativa del comma dell’art. 8 della Legge Regionale n.43/1996 che regimentava di fatto i passaggi riguardanti i permessi di ricerca o la concessione per la coltivazione di sorgenti di acque minerali, asserendo che non potessero essere trasferiti, pena la nullità, per atto tra vivi, senza la preventiva autorizzazione dell’Amm.ne Reg.le.
La Simonetti asseriva che “La legge regionale n. 21 del 2005 – ha ricordato Simonetti – ha soppresso il comma sempre della richiamata legge n.43 del 1996 che stabiliva che le stesse disposizioni “si applicavano nell’ipotesi di trasformazione, fusione o variazione dell’assetto societario o del capitale sociale della società concessionaria o titolare del permesso di ricerca”. La modifica a questa disposizione – ha aggiunto – ha comportato che, oggi, società private concessionarie della coltivazione delle acque minerali lucane possono vendere a terzi la loro concessione senza che la Regione Basilicata possa esercitare alcun controllo e questo è accaduto nella vicenda Traficante Coca-Cola“.
All’epoca, le Sorgenti Traficante – della vedova Traficante – finanziate dalla Regione Basilicata e Demanio Pubblico, finirono tra le mani multinazionali della Coca-Cola Hellenic Bottling Company SA. Una società anonima di stanza greca che da allora continua a imbottigliare Lilia e altre bollicine senza averne il permesso dei Lucani, o dei connazionali italici. Solo quello di Bubbico, della vedova Traficante e di tutti i collusi che hanno voluto promuovere una modifica così basilare su un bene pubblico tanto lucroso quale è l’oro-blu.
Scrivo e riporto ancora una volta sul blog tutto ciò, tanto per non dimenticare e per ricordare a tutti – e ai Lucani in particolare – chi è uno dei saggi scelti dal neo-autopromossoper(ir)responsabilità-presidentebisdellarepubblicaitaliota: tale Filippo Bubbico, all’epoca dei fatti ancora una volta governatore lucano.
Sul sito Aspen, ci sono le liste degli attuali occupanti il board esecutivo:
Luigi Abete Giuliano Amato Lucia Annunziata Sonia Bonfiglioli Giuseppe Cattaneo Fedele Confalonieri Fulvio Conti Maurizio Costa Enrico Tomaso Cucchiani Gianni De Michelis Umberto Eco John Elkann Jean-Paul Fitoussi Franco Frattini Gabriele Galateri di Genola Enrico Letta Gianni Letta Emma Marcegaglia William Mayer Francesco Micheli Paolo Mieli |
Mario Monti Mario Moretti Polegato Lorenzo Ornaghi Riccardo Perissich Angelo Maria Petroni Mario Pirani Romano Prodi Alberto Quadrio Curzio Giuseppe Recchi Gianfelice Rocca Cesare Romiti Paolo Savona Carlo Scognamiglio Lucio Stanca Giulio Tremonti Beatrice Trussardi Giuliano Urbani Giacomo Vaciago Giuseppe Vita Elena Zambon |
Non so, così solo per sensazione, credo che chiunque stia per chiedersi chi sarà il prossimo presidente del consiglio del governo scelto dal bissato presidente della monarco-repubblica Napolitano, potrà trovare agevolmente risposta al quesito, puntando l’indice su uno dei nominativi sopra riportati. E se non fosse uno di quelli, sarà un loro sodale politologo del think tank a “porte chiuse”.
Tanto per non farci mancare niente, scriviamo pure che l’Aspen Institute viene fondato ad Aspen (Colorado, USA) nel lontano 1950 da Walter Paepcke, presidente della Container Corporation of America. Visitandola nel 1945, ne rileva la bellezza e decide nel ’49 di farne sede dellla celebrazione del bicenternario della nascita di Goethe. Da allora è stato un progressivo aumentare di iniziative che hanno visto quest’istituto collegarsi in maniera sempre più reticolare con moltissimi personaggi della vita civile, politica, accademica, artistica, industriale, economica negli USA, tanto quanto nelle relazioni transatlantiche con l’Ue-ropae oltre fino al Sol Levante, passando per l’India.
Attualmente la sede statunitense è in Washington DC, Maryland. Esistono Aspen in Germania (dal ’74), Italia, Francia, India, Spagna, Giappone, Romania, Repubblica Ceca. Il presidente e CEO è tale Walter Isaacson, già presidente e CEO di CNN e del Time Magazine, oltre che autore di libri su Benjamin Franklin, Steve Jobs.
Nell’Annual Report delle attività del 2011 vengono stilate tutte le missioni caratteristiche di ques’istituto, a cominciare dalla spaventosa pagina 3 in cui c’è l’introduzione del CEO che sublima il free flow of information. Come è uso e costume di società quale è quella statunitense, dopo i numeri, vengono riportati anche i contributori, per ordine di portafoglio.
Il bello arriva quando si scorgono a pag. 67 del Report 2011 i nomi delle aziende contributrici, le Corporate. E come ti puoi sbagliare? Exxon Mobil, Goldman Sachs, Merryll Lynch, Chevorn, Mastercard, Nomura Securities (da noi, i magistrati hanno appena sequestrato alla Banca Nomura ‘na miliardata e rotti di assets per il buco senza fondo di MPS), Shell, Schlumberger (produttrice di macchinari per trattamenti petroliferi), e decine di altri nomi noti. O tra le fondazioni alla pagina seguente, mica potevano mancare quelli della Rockfeller Foundation?
Questo è normale per quegli americani del nord, quelli che credono di poter mischiare senza problemi i soldi delle speculazioni di Goldman Sachs con le decisioni politologiche e di indirizzo economico-industriale o accademico-artistico o socio-culturale che, de facto, determinano uomini e decisioni, influenze e caratterizzazioni di pensiero, falsando le democrazie.
Una di queste è quella presunta italiota.
I soci sostenitori di Aspen Italia sono tante aziende. Siccome dichiarano per iscritto che il documento che li raccoglie tutti in fila indiana non può essere usato diversamente dai fini istituzionali di Aspen, ne elenco qualcuno, tanto per chiarirci perchè le personalità del board esecutivo sopra elencate – tra cui politici in carica o esponenti di spicco di partiti o ex o imminenti rimpatriati – si ritrovino giovialmente come tanti fellows a “porte chiuse” coi soldi di:
Banche (e assicurativi), come la MPS, BNL e BNP Paribas, BPM, Deutsche Bank, Sella, Merryll Lynch, Cariparma, udite udite Cassa Depositi e Prestiti!!, Citigroup, HSBC, ING group italia, INtesa Sanpaolo, Mediobanca, Morgan Stanley, The Royal Bank of Scotland, UBI, Unicredit, UNIPOL e Zurich;
Mostri del Farmaco, come Dompè Farmaceutici, GlaxoSmithKline, Pfizer, Sanofi Aventis;
Eco-Mostri energetici, come Eni, Enel, Edison, GDF Suez, GME – gestore dei mercati energetici, GSE – gestore dei servizi elettrici, Shell, Erg; e della chimica come il gigantotedesco BASF!;
Mondo cooperativo, come Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue, Confcooperative, Confederazione Cooperative Italiane;
Telecom e Media, come Telecom, Wind, Vodafone, H3G, Sky Italia e Fastweb (t’immagini? non puoi!);
E poi, Italcementi, Marcegaglia (e poteva mancare?!), società dell’acqua Pia Antica Marcia, Zoppas, Merloni Holding, FIAT, Sisal, SEAT pagine colorate, Sanpellegrino, il SACE (assicurativi dell’ICE, Istituto per il Commercio Estero), RCS e CIR (così De Benedetti in quota), Fincantieri, Finemeccanica, Ferrovie dello stato, Falck Renewables (dall’acciaio alle rinnovabili), Ernst & Young, Aeroporti Roma, Atlantia (perchè gli altri sì e Benetton no?!), ANIA, Ansaldo, Mondadori, Google, Poltrone Frau, Coin, Hewlett Packard, IBM, Geox, Luisa Spagnoli, Impregilo, Microsoft, Philip Morris, Poste Italiane, RAI, Siemens, RollsRoyce Intl (quello dei motori aerei), TNT, Trevi….
Ancora: Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Consiglio Nazionale del Notariato, Francesco Micheli Associati (egli e famiglia filantropi di primo rango, già fondatori di Fastweb, BWIN e presente in decine di board).
In definitiva, una rosa di contributori che fanno di Aspen Italia una fucina di lobbisti della prima ora. Certo annoverare Lucia Annunziata (già coordinatrice di OIL, rivista dell’Eni) non fa certo pensare a persone avulse da interconnessioni affaristico-informative. Ma questo è il passato prossimo della Annunziata, che ora torna a tamburrellare gli italioti dalla sua posizione privilegiata di cassa di risonanza sulla tivvù pubblica (e lo faceva pure prima, quando nel frattempo scriveva e dirigeva un prodotto editoriale insozzato e insanguinato dai velEni).
A parte le note di colore nero, quale democrazia può essere questa se dal Novembre del 2011 – data certificata della presa di possesso del parlamento da parte di Napolitano&Friends – l’italialand è ondivaga tra una tragedia economica e un suicidio per sfratto, per privazione dell’articolo fondamentale su cui la costituzione è basata (il LAVORO), o per altre mille immotivate ragioni?
E’ la stessa democrazia che ha visto una chiamata alle urne che ha consegnato una nazione spaccata in 4: centrosx, centrodx, grillini e Dissidenti del Voto. Questi ultimi vengono troppo spesso lasciati fuori dai ragionamenti. E sì che di ragionamenti non se ne sono visti troppi in giro, se l’ultimo bimestre è stato segnato dall’orgia polito-logica della lottizzazione partitica.
Ora che c’hanno pensato i think-tankers a ri-mettere tutto in ordine, assisteremo a un altro spettacolo dittatoriale. In pole position per una riconferma d’autore la Cancellieri; certamente Monti, grande ispiratore dall’alto delle sue logge; e chi altri?
Si vocifera di Letta, u piccl’. Sì, insomma quello che fa tutto il sinistroide e poi banchetta con lo zietto plenipotenziario berlusconiano in Aspen. Finora non hanno citato Umberto Eco, ma c’è tempo pure per lui, cattedratico della cultura, mentre siede di fianco a Montezemolo, Tremonti, Monti e quelli noti della lista di sopra. Prodi se lo sono bevuti; e meno male, che dopo IRI, Euro, CIRIO, TAV e altri disastri, ci mancava solo a vederlo pure presidente, il professorino.
Insomma, il gossip romano si scatenerà, tutto dietro al totonomina. Ma nomina di che? Ah già, è vero, Napolitano, inaugurando la sua monarcorepubblica, sceglierà di nuovo l’esecutivo. Prodromi di presidenzialismo? No, dittatura, punto e basta. E ora pure monarchia, come se la dittatura non fosse sufficiente a scorare gli animi di chi illusoriamente è andato a votare.
Quindi, il dado è definitivamente tratto: sua maestà Napolitano si è insediato. E, sempre sua maestà Napolitano, insedierà l’esecutivo. Se questa è una democrazia!? Sostenuta dalle forti braccia e dalle tasche capienti di Aspen (e non solo), si inaugura la nascita di una nuova e terribile setta: Politology. Con buona pace di chi crede di essere libero nelle proprie azioni quotidiane…
Anch’io considero i Think tank una jattura sottotraccia che serve ad organizzarne altre evidenti,e anche io li ho trattati, trovando nel Booking Institute quello specializzato nel ramo guerrafondaio.
Questo Aspen ha anche una specie speaking corner: il Change.org, dove chiunque può lanciare una petizione, anche per la salvaguardia dei sorci verdi, o aderire a quelle con cui gli “amici” lo bersagliano in FB, avendo così l’illusione di adoperarsi per la salvezza del mondo.
Un tempo c’era la carota e il bastone, ora per far prima il bastone ha l’aspetto della carota, e gli hai dato il nome: Politology
http://www.change.org/organizations/aspen_global_change_institute
Condivido il post ovunque posso…. grazie di averlo scritto.
Ed è proprio da una tua considerazione sul Brookings Inst. che avevo preso le mosse per tirare fuori un pò di concetti tenuti troppo spesso a impolverarsi nei cassetti del “so, ma tanto se dico non cambia niente”. Ti avevo ringraziato allora per lo spunto e torno a farlo adesso, aggiungendo un grazie mille per il supporto che mi dai, a cui non so più che aggettivo dare. Mi esprimo con ciò che mi viene più semplice e naturale: estaticamente inarrivabile Claire! Un faro! Anche perchè frequenti stream of information come twitter che a me viene il mal di testa ogni volta che mi ci affaccio. Ci provo, ma ho un neurone multidimensionale e funziona pure a corrente alternata, ergo:)! Change.org mi tempesta ogni giorno. Alcune petizioni le trovo biasimevoli solo di essere proposte. Altre, come l’ultima su Cucchi e Uva, meritorie di altre e ben più seriose attenzioni. Su Politology torno a breve con qualche altro commento su come ci stiano consegnando mani e pidi alla garrota Ue-ropea, più affilata che mai. Nel report di Aspen, di cui ho solo accennato, c’è tutta una tirata sul loro impegno a favore della media e piccola impresa, e quell’European Bank for Reconstruction and Development di cui ho scritto in SEO, me la ritrovo ovunque. Sto Matrix inizia a stufarmi per come è così provinciale nella sua circolarità. In fin dei conti, siamo solo uno dei mondi, sebbene il peggio abitato. Ma vedo che la volontà di uscirne e la lungimiranza si sta facendo strada sempre di più, tra tutti coloro che vogliono vedere oltre la cortina. E tu sei certamente una delle protagoniste illuminanti. Ti auguro una buona continuazione…un caro saluto:)!
“In fin dei conti, siamo solo uno dei mondi, sebbene il peggio abitato.” Giordano Bruno ci sorride…
Twitter … sono fluviale lo so so, ma lo trovo tanto prezioso per l’immediatezza e perché ci porta fuori dalla pappa delle grandi testate segnalando buoni contenuti di blog.
Non so come ringraziarti delle tue gentili parole, mi inorgogliscono venendo dall’autore di SEO-SISTEMA DI AZIONI QUOTIDIANE che ha la mia perpetua ammirazione.:)
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Rinnovamentoooooo… Aspen ha scelto l’attor giovane!
Quello che più mi indigna è che neanche i migliori giornalisti svelano 1 micron di quello che tu documenti in questo post.
Non solo: su La7 la reporter dal Quirinale e Mentana da studio gongolanti annunciano quanta bella credibilità internazionale accomuna Amato e Letta perchè “entrambi appartenenti ad Aspen, che non è mica una conventicola segreta, perbacco no…”
Li possino!
Li possino? Je deveno!!! Con la testa, ti direi che anche ragionando con piglio storicistico, questo tipo di passaggi sono il tampone sociale a eventuali rivolte sociali e il prodromo a riforme che sarebbero fuori della “portata” di una condivisione ampia, democraticamente e realmente “sentita” da ogni singolo inscritto nella dialettica nostrana. Con la pancia, ti direi che, anche sentendo movimenti peristaltici inconsulti, e benchè la testa proceda per i fatti propri su linee incomprensibili a chi “sente la fame” di democrazia, questo tipo di passaggi dovrebbero essere scongiurati con l’occupazione di suolo pubblico a oltranza (solo per iniziare). E poi mi fermo qui, perchè andando di anatomica similitudine rischierei di arrecarti offese che non meriti neanche di leggere. Quindi mi esprimo pacificamente e laconicamente, sottoscrivendo appieno quanto hai ottimamente commentato tu e ringraziandoti per l’importanza che dai alle poche parole spese nel post. Ti ricordi quello spot degli anni ’80 che recitava una cosa del tipo “nell’aria, malizia profumo d’intesa…”? Aggiornandolo e contestualizzandolo, direi solo che il profumo è questione di nari e di abitudine aromatica. Credo di aver bisogno di ululare, come il lupo delle notti lucane…mentre aspetto che il resto banditesco finisca l’opira dei pupi. Intanto ti mando un caro abbraccio, Cara Claire e immensamente grazie!
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