Partendo dall’assunto che nessun tipo di energia convertibile possa essere dichiarata avulsa da ricadute ambientali, possiamo senz’altro asserire che uno dei tanti business che coinvolgono il settore energetico è soggetto – come altri – a essere preda di appetiti di palati poco nobili.
È quanto sta accadendo nelle Marche. Il 12 Marzo scorso si è avuta notizia della pubblicazione delle indagini relative a professionisti, imprenditori e personalità politiche marchigiane coinvolte nell’inchiesta sulle procedure autorizzative di parchi eolici e centrali a biogas (Cronache Maceratesi del 3 Marzo ’13).
La Gdf e il CFS mossi dalla PdR di Ancona avevano perquisito anche gli Uffici Regionali del capoluogo marchigiano: tre i funzionari coinvolti. In totale 12 le persone interessate, 30 le perquisizioni tra Regione, uffici pubblici, Comunità Montana camerte e aziende. L’ipotesi di reato che gli inquirenti stanno verificando è basata sui favori che alcuni imprenditori avrebbero goduto e anche cointeressenze con funzionari pubblici. Insomma: dal concorso in abuso di ufficio fino al resto ambientale, gli uffici regionali marchigiani ballano dichiarandosi ignari di quello che è accaduto nelle stanze di Palazzo Raffaello. Infatti il governatore Spacca ha investito subito l’Avvocatura regionale per monitorare l’evoluzione delle indagini, cercando di tutelare le prerogative della Regione Marche e riservandosi – com’è d’uso e d’obbligo in questi casi – il diritto di al risarcimento di eventuali danni subendi. (Cronache Maceratesi del 13 Marzo ’13)
Fin qui la cronaca di un mese fa. Oggi 13 aprile 2013, la notizia è che sono stati presentati altri 5 esposti alla Procura di Ancona. Sollecitazioni che segnalano altre presunte irregolarità in impianti regionali. Per quello che si riesce ad apprendere
[G]li investigatori ritengono che vi sia stata una combine tra i pubblici funzionari, un gruppo d’imprenditori e di professionisti che si sarebbero accordati per spartirsi alcuni dei principali impianti di energia alternativa in regione e incassare i contributi regionali e statali, circa 2 milioni di euro all’anno per 15 anni. Gli inquirenti indagano su cointeressenze dei funzionari ma anche su autorizzazioni concesse senza la presenza dei necessari presupposti. Nel frattempo le indagini proseguono. (da Cronache Maceratesi del 4 Aprile ’13)
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