Normalmente, non avrei scritto o tradotto niente su Ariel Sharon da morto, un grande assassino, come non l’ho fatto per altri celebri criminali, anche politici. “Ma non esiste alcuna normalità riguardo a Israele”, scrive Fausto Giudice. E sono d’accordo. Perciò:
Scomparsa del bulldozer più costoso della storia
Le tre vite di Arik: assassino decorato, politico sfacciato, vegetale assistito
Fausto Giudice Фаусто Джудиче فاوستو جيوديشي
Tradotto da Francesco Giannatiempo
Ariel Sharon alla fine è stato riconosciuto ufficialmente morto a 85 anni, sabato 11 gennaio 2014. Da otto anni, si è visto ridotto alla condizione di vegetale, mantenuto artificialmente in vita per la modica cifra di 296.000 euro all’anno, in larga misura a spese dei contribuenti israeliani. Gli otto anni di mantenimento del coma sarebbero costati 2 milioni e mezzo di euro. Gli israeliani, a partire da Bibi Netanyahu, lo avevano già sepolto. Dimenticato l’ “eroe” di tutte le guerre sioniste di aggressione e di conquista, quello che avevano soprannominato “il Bulldozer”, un giorno aveva detto ai giornalisti britannici: “Perfino le pecore hanno paura di me.”
“Normalmente”, Ariel Sharon avrebbe dovuto morire nell’infermeria della prigione olandese dove si trovano i criminali di guerra condannati dalla Corte Penale internazionale; o anche nell’infermeria di una prigione israeliana dopo essere stato condannato, per esempio, per le mazzette ricevute dall’imprenditore Martin Schlaff.
Ma non esiste alcuna normalità riguardo a Israele – “unico-Stato-democratico-del-Medio-Oriente ” (con le virgolette) e unico Stato possessore di armi nucleari del Medio Oriente (senza virgolette).
Ariel Scheinermann era nato il 26 febbraio del 1928 nel moshav* di Kfar Malal da un padre agronomo polacco e da una madre bielorussa. Vale a dire: un autentico Sabra*. Inizia la sua carriera di assassino sionista molto giovane e partecipa alla guerra del 1948 nella Haganah*. Poi, scala i gradi nel nuovo esercito israeliano, Tsahal [nome generico per le Forze di Difesa israeliane, NdT], durante le guerre e le campagne di pulizia. I primi crimini di guerra indirizzati contro civili palestinesi partono dal 1952, quando a capo dell’unità 101 – prima unità delle forze speciali sioniste – divenne famoso nel mondo dopo il massacro di 70 abitanti del villaggio di Qibya (Cisgiordania) il 14 ottobre del 1953.
“Arik” si distinguerà nel 1956, durante la spedizione di Suez, per il massacro di più di 200 prigioneri egiziani e civili sudanesi, attribuito al 890 Reggimento paracadutisti sotto il suo comando. Convertito in “eroe di guerra” durante l’occupazione del Sinai nel 1967, fa il lavoro sporco nella Striscia di Gaza, dove i suoi uomini – dal 1971 al 1973 – uccidono più di cento civili palestinesi e ne catturano diverse centinaia, in nome, certamente, della lotta al “terrorismo”.
Consacrato nuovamente come “eroe” della guerra dell’ottobre del 1973 per aver provocato la capitolazione del 3° esercito egiziano, entra allora nella vita politica. Utilizza in questo campo i metodi sviluppati nelle sue guerre, praticando l’attacco a sorpresa e l’astuzia brutale proprie del Blitzkrieg [la guerra-lampo, NdT]. Ministro della Difesa nel 1982, controlla l’invasione del Libano e l’ “epurazione” di Beirut, quando i miliziani libanesi della destra cristiana procedettero alla mattanza di civili negli accampamenti dei rifugiati palestinesi di Sabra e Chatila. Sharon seguì personalmente il massacro con il binocolo da una terrazza con vista sugli accampamenti.
Nel 2000, essendo Ministro delle Relazioni Estere, monta una provocazione – una visita sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme – che farà scattare la 2ª intifada. Nominato Primo Ministro nel 2001, ha un primo attacco cerebrale nel dicembre del 2005 e un secondo nel gennaio del 2006 che, il 14 aprile dello stesso anno, gli provoca la sua destituzione per incapacità a governare. Entra quindi nell’ultima tappa della sua vita, quella da vegetale.
Vera figura gargantuesca* – iniziava la giornata con una frittata di 24 uova-, Ariel Sharon lascerà il ricordo di tutto ciò che c’è di più odioso nell’assurdo progetto sionista. Arderá eternamente all’inferno.
* Note del traduttore
Un moshav è un tipo di comunità rurale israeliana di carattere cooperativo, simile al kibbutz, formato da campi agricoli individuali e promossi dal sionismo laburista durante la seconda aliyá (ondata di immigrazione giudaica). Si differenzia dal Kibbutz perché viene influenzato dalla proprietà privata a formarsi nella seconda aliyá (dal 1904 al 1914) con immigranti dalla mentalità più aperta e distinti dal desiderio di voler lavorare la terra, a differenza della prima aliyà, dove il lavoro veniva pagato agli arabi e si viveva nei kibbutzim. (http://es.wikipedia.org/wiki/Moshav )
Il termine sabra designa le popolazioni ebraiche nate prima del 1948 in Israele e i loro discendenti nell’attuale popolazione israeliana. Per estensione, il vocabolo si riferisce a tutti quelli nati nello Stato di Israele.(http://es.wikipedia.org/wiki/Sabra)
La Haganah è stata un’organizzazione paramilitare ebraica di autodifesa creata nel 1920, durante l’epoca del Mandato Britannico della Palestina. Fu all’origine della creazione dell’esercito israeliano.
Gargantuesco : smisurato, insaziabile, deriva da Gargantua, il personaggio di Rabelais nell’omonimo romanzo del 1532.
“Sharon… Votate Sharon …
– Che c’è? Non avete mai visto un politico che bacia un bambino?”
Fumetto di Dave Brown pubblicato da The Independent (UK) nel gennaio 2003, e designato Cartoon of the Year (2003) dal British Political Cartoon Society
Per concessione di Tlaxcala
Fonte: http://azls.blogspot.com/2014/01/disparition-du-bulldozer-le-plus-cher.html
Data dell’articolo originale: 11/01/2014
URL dell’articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=11092