An Injury to One – Se Toccano Uno (Toccano Tutti)| di Travis Wilkerson

Se toccano uno. Se toccano una.

Donne, Uomini. Adulti, bambini. Se toccano chiunque o e di qualunque Natura! 

Tematiche che tornano indietro – back to basics/basically over our backs – per scorrere improvvise a oggi in una narrazione cinematografica, per riproporne la propria es.senza, uno&zero sincero, stringa di testo sfi(d-al)lacciata: biblio-fatti, documenti, fonti – e in loro colpevole assenza dovuta a Trattative di stato/in-luogo di essere, di unità in.vece di pluralità, di CPU coll’Easy PIL – immagini, immaginazione, verosimile ricostruzione, filo raggomitolato e intessuto dalla vita>(in)vestito dalla morte e da chi ne ha voluto tracciare delle parole, dei pensieri: letteratura tra(n)s_posta, messaggi inchiodati al cadavere impiccato sul ponte, lettere sullo schermo che schermano la lettura e lasciano tracce indelebili.

Numeri, cifra stoica e storica e dis_Trojka, trasparenza di un mondo che sembra solo lontano, essendo però assolutamente prodromico/propedeutico a quello contemporaneo. Il nostro. Fatto di inquinamento: inquinata la società, inquinate le informazioni, inquinati e corrotti i rapporti – di forza, sociali, >uomo\/natura< – naturalmente inquinati ed erosi i rapporti tra popolazioni, inneschi da Grande Guerra

(Cold/Hot, tap_polluted waterGates, windows of jazz jizzing da mazz: de.re.voluscion in da piazz!: chiant@ u zipp zapping da brain in a mobbying lake, cortocircuito in da chiazz!)

– i Big e le G(uerre) di Corporation – e il profitto avariato che ne deriva: la Derridà umana al contrario, decostruzione generazionale!, penduli ioidi che stridono jodels con il fuoco di Focault nel Pit&Pendulum, Corvi e wikileaks, Canvas e Otpor, TeleResistenze inventate. Storia scritta da chi vince uccidendo le idee e ribaltata da chi muore tra le orchi_dee assassine esponendone le lenzuola di una Verginità perduta, Paradiso ParaDogma, ParaDigma: V come Vendetta a posteriori della V come Verità!

Ornitologicamente tempestosa la scoperta: un lago come un’ago che s’infilza e ricuce, scucendo le bocche, ricamando profili, inter_mediando il viaggio> caos ciclicamente incontrollabile, inalienabile, imperdibile.

Sbam: muro di terra. Sbam: muro di gomma. Sbam: informazione. Sbam: infogn’azione. Sbam: acqua inquinata. Sbam: titoli dei giornali. Slam: porta sfasciata da un calcio. Sbam: irruzione nella vita di un ospite in pensione. Sbam: vite distrutte. Sbam: corpo che pende impiccato. Sbam: avvertimenti. Sbam: porta che si apre e viene chiusa. Sbam: ridotti a codici a barre-righe di pigiama. Sbam: carcerati dal regime.

Ribolle la rabbia? Il Ribelle s’arrabbia: pilotato o impiccato? Arringatore di masse, primattore di messe: dal palco tribunato, al catafalco interrato, senza passare dal tribunale, dalla corte, anche quella dis_prezzolata dalle banche, corte (s)corrotta dell’incorruttibile legge dei numeri: di-spre(ad)gio rateizzato, mutuato, leasing delle lusinghe, feeding and peeling: (ob)sessione (ob)nubile di un mondo sacramentato al partito del celibe d’autore. Celebrando e decerebrando il fronte-o-spizio del partito dei lavoratori. Persone (mai masse di gente) messe insieme dal bisogno, dal riscatto del ricatto occupazionale – Jobs Act si dice oggi – e cassintegrate nelle bare della povertà=manifattura statale, confezione aziendale, ierarchia piramidale, piscatoria anulare, arcipe_lagulago salato per individui inscatolati, incernierati nella catena di montaggio sociale dove la vita viene de/localizzata, ieri in miniera, oggi di maniera!: folle!! 

Folla Folle? Riunioni Funerali. Masse Massicce. Massacro!

Sacralità monoteista-polidiabetica del benessere auto-immune nordoccientale. Patti laterali transatlantici eppur pacifici della libertà intellettuale. Propagande propalate e misurate dall’alta sartoria-abitare nell’a(m)bito (im)bas(t)ito poco ambìto: 91 x 195 x 213!: libero-vestite, liberamente  investigate, neo-liberisticamente investite e castigate!

Manganelli e Corde. Legno.  Automobile e Para_Urti sociali sindacalizzati: Wilkerson delinea la nascita dei Wobblies, oggi il sindacato neanche commemora il lamento  – Noi poveri  soggetti al si-o-no-ismo alternante di Portnoy – sul fiume di suicidi e s’inchina alla Pastorale usamericana  portandosi il popolo al pascolo! Le parole attaccate a un filo di verg_Gogna, l’umanità re_Legata al saldoSoldo, in solido e insolito: solitario, con le  tue parole ti sei comperato la tua fine.

Titoli di coda di persone, di una comunità messa in fila: testacoda dell’avvenire, perchè il pugno duro è quello del capitale, campidoglio senza oche selvagge, sennza passi, non cento, ma

91 x 195 x 213!

Luoghi de-antropizzati, tropi di truppe armate che lavorano inermi come vermi, sotto terra, sotto terra dura, sotto dittatura, sotto dettatura, sotto minaccia. Batti-Tu-ra letteratura della verità che corre sotto_traccia, sotto silenzio, tanto la ribellione la contrasti con l’as_senz[io/noi]a di parole.

Entropia #social-e: da incalcolabile forza a crudo lobbysmo voyeuristico di Lette[u]re Capitali. 

E allora, eccole le parole, il loro significante, il mot-ivo:

Butte, dal francese “collinetta, mucchio”: di rame?! Copper_line- To Butt in|Butt out: intromettersi vs farsi gli affari propri (o quelli di chi si auto-@legge padrone del consenso  con-il-censo): giornalismo?! Quotidiano Criticare, Obiettare gli obiettivi, Com-missionare le Commissioni, Macro_Ragionare le Regioni dell’Essere: Sindacare!! Riunirsi e ri-Vendicare i propri diritti! Se Toccano Uno, Toccano Tutti!! E le parole volano: Butte(r)_Fly! Una ferita aperta, un [ex]cesso a cielo aperto, parco (in)naturale dell’estrazione mineraria locale – ante/i Lucana – una fossa comune di un comune affossato, una comunità disciolta nella comune dimenticanza storica: Butter, rancida spalmata sulla fetta di terra tostata e testata dal capitalismo usamericano, dal capitale che fa capitolare le teste, le nostre. Butte, Colorado, USA…con la certezza di poterlo toccare con mano intorno a noi, ogni giorno:

verbatim, Se Toccano Uno: 

 

An Injury to One (Se toccano uno),

un film di Travis Wilkerson

  

Travis Wilkerson

Tradotto da  Francesco Giannatiempo

 

 FILM disponibile su Tlaxcala

USA, 2002
Bianco e nero e a colore
16 mm., 53’.
Regista: Travis Wilkerson
Copione: Travis Wilkerson
Cinematografia: Travis Wilkerson
Musica: Varie
Edizione: Travis Wilkerson
Suono: Travis Wilkerson
Produttore: Susan Fink
Società di produzione: Up Front Films
Sottotitoli italiani: Francesco Giannatiempo, Tlaxcala


Se toccano uno: un film di Travis Wilkerson

 di Peter Rachleff

Tradotto da  Francesco Giannatiempo

[…] La poetessa e drammaturga Naomi Wallace ha scritto un magnifico poema su Little che merita una più ampia diffusione. [5] Ha scritto:

MORTE DI UN WOBBLY IN MONTANA, 1917

Sente la folla sollevarsi fuori dalla piccola cella:
uno stagnino, un sarto, alcuni scolatori di birra pagati
dalla banca, con le lingue acri e ubriachi,
le corde lubrificate a far sudare le loro mani. Non ci sono sbirri in giro.

La porta doppia si stacca dai cardini
mentre la bocca del prigioniero rimane senza saliva.
i cittadini irrompono nella sua cella
con tubi d’acciaio e lo trascinano verso i binari.

Venti, trenta paia di mani finiscono ovunque,
al suo collo, alle sue caviglie, tra le sue gambe,
ginocchiate, pugni e qua e là qualcosa
di più terrificante dei colpi: una carezza.

La sua carne resiste a questa  atrocità, ma le sue  membra
scorrono via come l’acqua. Sporco Rosso,
ammazza poliziotti, sindacalista bastardo, wobbly
scansafatiche. La folla si sta prendendo la giustizia in mano.

L’intera città trema dietro le sue porte
e lui è al centro di una folla in tumulto
che odora di bambino, di piscio, di influenza e caramelle.
Questo è l’anno delle rivolte razziali, del Ku

Klux Klan e della coscrizione. Questo è l’anno
dell’iprite e delle diserzioni militari,
i soldati accatastati nel fango belga
a Passchendaele, i loro cuori morti fatti

 a pezzi nei toraci come giocattoli a  buon mercato.
Questo è l’anno in cui gli scioperanti si prendono Pietrogrado.
Questo è il decennio del sogno, osceno
nella sua brama e nella sua grandezza, quando le orde

e il sudiciume reclamano i macchinari, quando
il caos incrocia le braccia e il mondo semplicemente si ferma.
I mercenari, poveri come ogni altro,
ingrossano le acque, ricchi di omicidio

 e ricompense. L’uomo del sindacato crede di non dover
morire in questo modo, nel terrore. Lui vuole
piangere e supplicare, ma non può, la sua bocca gira vorticosamente
con denti rotti e sangue. Alcuni dei suoi rapitori

non hanno denti. Farfugliano bestemmie come un
lattante. Altri canticchiano, dementi
nel loro desiderio di lasciare il segno sul
decennio, di lasciare il segno sull’anima di qualcuno,

 di chiunque. Il capo è un fornaio.
La farina bianca forma un velo che setaccia
la sua faccia mentre lancia la lunga corda oltre
il cavalletto, l’altra cima intorno

al collo del giovane.

E poi bruscamente

il delirio finisce.

C’è tanta calma che possono
sentire il fiume respirare contro le rocce.
Portano il prigioniero vicino al ponte.

Questo è l’anno in cui gli USA entrano
nella prima guerra mondiale  e i britannici prendono 
Baghdad. Questo è il mese in cui i ricchi
di Butte in Montana, pagano i poveri 

affinché sopprimano uno di loro. Questa è l’ora
in cui il fiume si fa il segno della croce, pallido
alla luce mattutina dell’assassinio. Eppure
l’acqua che il prigioniero sente di sotto

 non arriverà mai a coprirlo. Penzolerà dal
cavalletto nel suo vestito nero come un  pezzo
caduto dal cielo. Se questo giorno sta facendo
storia, questo wobbly non lo saprà mai.

Non può più vedere, perché i suoi occhi
sono andati, piccole gemme blu sotto gli stivali
di uomini perduti. Le mani che lo pestavano
sono ora più morbide, come le ali di un uccello 

sott’acqua. Persino le parole anarchico,
maiale, traditore, sembrano carezze. Ma una voce
si eleva dallo sciame (o sono due?) 
e gli sussurra accanto: Perdonami, ed è la voce

 dalla mano pesante, che centra la morte sulle sue spalle.
E appena il prigioniero non tocca più terra,
vuole dirgli: Ti Amo, visto che in tutta la sua vita lo ha detto
solo due volte 

 e non sembrano abbastanza. La voce supplica ancora:
Perdonami, ma il giovane uomo dice: No.

 […]

Per concessione di Tlaxcala

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