SEO-Sistema di Azioni Quotidiane

Il prodotto che troverete in questo post non è altro che un brogliaccio. L’ho definito un copybook, un quaderno. Non rientra in nessuna delle categorie “ufficiali” delle classificazioni editoriali. E’ un SE&O e parla del Sistema di Azioni Quotidiane.

Non è un post, sebbene ne ricalchi l’impostazione di struttura libera e non codificata, anche grazie ai link.

Non è uno studio, perchè avrebbe avuto necessità di un diverso schema sia di approccio che di sviluppo. E comunque una magggiore serietà “scientifica” sia nella forma che nei contenuti.

Non è una tesi, intesa in senso stretto di elaborazione pubblicistica accademica. Ma ne conserva il fondo di rimandi continui, laddove le note sono sostituite da hypelink e i capitoli o i paragrafi si perdono, sebbene ogni tanto si ritrovino.

Non è un racconto o qualsiasi altro prodotto codificabile come tale nella categoria della letteratura. Eppure racconta passando dalla diaristica alla cronaca e terminando con delle riflessioni, intime ma universali.

Non è un’inchiesta giornalistica, assolutamente. Avrebbe avuto necessità di fonti ben più ponderate e fattuali; di documenti certificati che non fossero solo dei rimandi a link internettiani; di domande e di risposte precise, circostanziate e, magari, suffragate anche da interviste.

Non è, d’altro canto, un pezzo scritto solo per riderci o rifletterci ironicamente.

No, non è niente di tutto questo. Nè pretendeva di essere questo sia in principio che alla fine della stilatura.

Piuttosto mi sento di dire di aver buttato degli schizzi bloggheschi, un pò crudi, vagamente riflessivi, temporaneamente agganciati al quotidiano, in fondo molto naif e dispersivi. Ho cercato in pochissime ore – otto giorni per la precisione – di ragguagliarmi su alcune domande che mi sono sempre ronzate per la testa. E l’ho fatto usando un esercizio molto semplice: aprire un sito internet, scandagliarlo per quello che mi interessava leggervi dentro, e procedere per tematica e attinenza, costruendo man mano un filo che mi desse l’opportunità di approcciare a delle domande di fondo della mia esistenza: quanto sono padrone delle mie azioni quotidiane e quanto influisce chi gestisce le azioni quotidiane di grandi imprese che, volenti o nolenti, creano flussi di informazione, quando non la instradano a bella posta?

Naturalmente, non vi è nessuna sottotraccia di esperimenti surreali o complottisti. Più che altro ho provato a scorrere qualche ora del mio tempo cercando di capire come l’iper-consumismo contemporaneo intervenga in maniera anche fin troppo molesta nella mia vita. E facendo così ho voluto pormi delle domande derivate da hyper-link.

In sostanza, avrei potuto basarmi su ben altri metodi, forme e contenuti per sostanziare il tema principe. Ma ho scelto di lasciare che tutto scorresse, finanche in maniera adolescenziale e moderatamente ingenua, tracciando delle linee e aprendo delle parentesi che, spero, possano essere uno spunto, dinamica dialettica con tutti voi, un momento per una risata o per una riflessione lievemente meno leggera.

Il discorso del viaggio sottende alle azioni che si diramano nello studio, nella lettura, nel lavoro, nella riflessione per poi sfociare nella ricerca del sè e dell’altro, il tutto in un quadro che delinea uno tra i tanti piani di lettura della realtà: io non mi sento totalmente libero (in un contesto civile e sociale, of course) e, quand’anche dovessi ritenermi tale, sono certo che l’intorno agisca affinchè il più piccolo lembo di libertà rubata, venga fatto rientrare nella logica del Sistema.

No, no tranquilli: non è di paranoia e paranoici che scrivo o parlo. Eppure è grazie anche a un minimo di insistenza sul livello immunodepressivo dello schema paranoide che si possono trovare gli spunti per fuggire da una griglia-grata, di cui è chiaro, siamo attori consapevoli o meno.

Le azioni quotidiane  sono anche quelle delle borse: per fare la spesa inondati da tonnellate di ads o quella dove  le Big  Companies fanno la spesa di funds, hedges, securieties. Il tutto attraverso l’uso della convenzione monetaria che oggi si vuol elettronicizzare  a tutti i costi. E ci sarà un perchè, oltre la lotta alla criminalità, no? Oppure essere pienamente coscienti che non è con il risparmio sul prodotto cinese che si cambiano le economie domestiche. O non è con il ricorso a scadenzatrimestrale di ritrovati tecnologici che ci si connette meglio, si ottengono più informazioni o maggiori probabilità di scambi sociali. E anche l’empasse sempre meno credibile di istituzioni come l’Ue che fa ricorso programmato a fagocitare ogni diversità, per standardizzare tutto sotto il simbolo Euro e il ricorso all’usura bancaria a ogni livello. Infine, è anche con il semplice acquisto di una bottiglietta di acqua di un’azienda multinazionale che si sostenta il Sistema. Sono le azioni quotidiane.

Ma per voi, cari aficionados di unlucano, queste non sono certo novità o scoperte dell’acqua calda. Neppure scoop. In definitiva spero che questo spunto serva a circoscrivere in alcune pagine (forse troppe??) un esercizio che faccio da sempre: la ricerca del perchè o delle connessioni, se ce ne sono. Quindi non capziosità, nè tantomeno tendenziosità, ancor meno denuncia: solo un collage vero e proprio di fatti, mini-analisi, commenti, strappi di ironie, riflessioni e salti ipertestuali per la ricerca, ancora una volta, di un metalinguaggio reale che esiste non solo perchè lo decidiamo noi, ma perchè è grazie allo studio delle nostre decisioni che ci viene proposto/imposto come modello.   

Di tutto questo piccolo progetto, vorei sottolineare una cosa: il think tank c’è – e questo si sa – ma partecipa all’instradamento e alla norm-azione quotidiana più di quello che ci si potrebbe aspettare.

Ho fatto questo preambolo, perchè la scelta di allegare un pdf doveva trovare sostanza e un minimo di spiegazione. Augurandomi che abbiate generosa voglia di leggerlo, troverete tra gli altri: Sintonia, Blue Gem, Atlantia, GFK, Neomobile, IPSOS, Euroclear, Clearsream-Borsa Tedesca, Cipro, Goldman Sachs, Merrill Lynch, Olicar, Fintyre, MMA, MPS, RAI, Governo Monti, Tobin Tax, Azimut, USA, Brookings Institute, Franklin Templeton, Armi, Assicurazioni, Case Farmaceutiche, Bond Nazionali, Investimenti e Liquidità, Consumismo, Informazione, Linguaggio, Pubblicità, Lavoro, Memoria, Attualità e tanti altri argomenti in italiano e in inglese (sinceramente non avevo proprio tempo e voglia di tradurre tutto: se vi dovesse occorrere, vi traduco volentieri i pezzi nella lingua imperialista:)!). E non nell’ordine in cui ho tracciato quest’elenco.

A proposito: ho ricevuto richieste di taggare i post. Ebbene, e in conseguenza di quello che ho appena scritto, dico che i tag io non li sopporto. Non è mancanza di ordine, ma per trovare un argomento di vostro gradimento su unlucano basta fare come gli antichi: campo di ricerca, digitare parole o frasi e attendere che i bit si colleghino coerentemente alla vostra gentile richiesta. Per me i tag sono un tag-lio, una ce(n)sura, un’esclusione disonesta…e sono buoni solo per i motori di ricerca e i vari rank. Io me ne frego!  

Dunque,  se ne avete ancora voglia, leggerete un frullatone? Sì, anche questo e a voler essere buoni – attributo che non riservo mai per me stesso.

Tra la fine dedicata a una delle poesie di TortoOg,  e la fine di questo post, dico che Ultimamente …nun me scerru mai…te li frati mei…de ci nun c’ete cchiu, stae impressu intra l’ecchi mei…tutta la gente mia…ca sta soffre moi – musica dei Sud Sound System, postato subito dopo e alla fine di questo post, SE&O!

 SEO-SISTEMA DI AZIONI QUOTIDIANE

 

10 pensieri su “SEO-Sistema di Azioni Quotidiane

  1. Frastornata… alla pagina 42 il cervello fumava e ho deciso di fare pausa fino a domani. Mi sarò ripresa , allora, spero, dal trauma nello scoprire quante metastasi produce la patologia rapinatoria ai danni del nostro patrimonio materiale e di buona fede.
    Non solo. Mi devo riprendere dal deragliamento psicologico per aver riso tanto spesso leggendo le nostre sciagure; non è da tutti far combaciare il tragico e il comico. Complimenti….

    Dici che questo elaborato non è questo, non è quello e nemmeno quell’altro. Non può essere etichettato in modo usuale, infatti, perché somiglia a una … Tac. Attraverso tante immagini parziali di ambiti diversi ricostruisce il funzionamento del sistema economico globalizzato colto nel corso stesso della sua attività. Seriamente: questo “post” deve restare e diffondersi.

    1. Beh, a parte ringraziarti per averlo solo aperto, aspetto e spero uno scambio quando sarai arrivata alla fine. TAC? Non ci avevo pensato sai? E mi pare proprio un’ottima definizione! Davvero, grazie mille per il supporto:)! un carissimo saluto e buona serata

  2. tom

    Ho letto le prime 30 pagine, finirò di leggere, ma mi è bastato per porti una domanda a cui vorrei rispondessi con lo stesso impegno: perché la TARSU ( TARES) costa sempre di più ai cittadini che ormai svolgono la gran parte del lavoro di selezionamento dei rifiuti, quanto incidono le “municipalizzate” e di chi sono?

    1. Caro Tom, innanzitutto sono contento di aver suscitato interesse in questo flusso di appunti e pensieri uniti in un viaggio su internet. L’impegno che posso profondere nel risponderti sulla tua domanda ce lo metto tutto e spero possa risultare minimemnte esaustivo di problematiche che tu certamente conosci molto meglio di me. Cercando di essere stringato e coerentemente all’esercizio dello scritto che gentilmente hai avuto piacere di iniziare a leggere, linko uno dei diecimila riferimenti alla TARES: http://it.finance.yahoo.com/notizie/tares-costera-piu-imo-perche-spazzatura-costa-tanto-italia-131810169.html. In ques’articolo ben si principiano alcune delle motivazioni per cui esistono tali tassazioni in italialand, del perchè siano tanto onerose e del perchè fioriscano in maniera inversamente proporzionale all’uso civico di programmare correttamente le infrastrutture (del conferimento e trattamento rifiuti in particolare). Parlare di tasse onerose sui rifiuti significa porre l’accento sulla carenza oggettiva di come vengano differenziati, riciclati/ri-usati e trattati gli stessi. In buona sostanza: il maggior onere deriva dal fatto che – nonostante noi-cittadini lavoriamo per tre-quarti della filiera del conferimento, differenziando per qualità e quantità il rifiuto – questo lavoro viene molte e troppe volte sconfessato da un conferimento verso inceneritori generali di RSU, invece di essere trattato come riciclo. Non solo: insistono anche oneri di gestione ambientale – si veda p.e. l’ultimo intervento di Clini sull’uso dei cementifici a ricevere rifiuti in qualità di discariche – che si ribaltano inopportunamente sul pubblico. Se molti rifiuti rimangono indifferenziati chi ci guadagna? Ci guadagnano gli inceneritori e i Paesi esteri verso cui vengono esportate tonnellate e tonnellate di materia prima per ri-uso energetico (politica della termovalorizzazione che in italialand non è recepita – giustamente – visto che si dovrebbe poter diffrenziare e riciclare il 100% del RSU, ri-usando o destinando a industrie di trasformazione il prodotto conferito) che comporta in ogni caso spese per il contenimento di materiale gassoso nocivo insufficientemente filtrato dagli stessi impianti. In questo incide anche la criminalità organizzata che ha preso possesso pieno dello smistamento dell RSU tanto quanto di ben altro tipo di rifiuto: ne sia un esempio ciò che è successo nell’Aversano (CE) o in altri siti generici meridionali, dove anche sotto il frutteto dell’agricoltore compiacente/minacciato venivano (o vengono) interrati barili di rifiuti tossici e altre schifezze del genere. Quindi un lavoro del singolo cittadino a differenziare – laddove si sia iniziata questa pratica, non in tutta italialand e bisognerebbe chiedersi laconicamente il perchè – viene frustrato dalla gestione non programmatica a livello nazionale, anche perchè a livello locale esistono le aziende municipalizzate. Quanto incidono mi chiedi? Sinceramente non ho fatto studi precisi sui numeri. Ti posso parlare di esempi tipo quella di Anconambiente che nell’esercizio provvisorio ’09/’10 portava passivo di quasi 1mln di euro (dato da verificare, vado a memoria di notizie); chiaramente, essendo una S.p.A. a partecipazione pubblica (quindi con un buon 30% di azioni municipali) il passivo sarà stato assorbito dal pubblico, “ripulendo” le poste di bilancio pro-bono privato, i cui dirigenti (a nomina pubblica!!) si sono comunque intascati gli ottimi stipendi che spettano a un dirigente d’azienda. Le tue domande meriterebbero un approfondimento più calibrato, razionale e con un respiro in quello che è il mondo del rifiuto italiota. Spero di essere riuscito a dare un minimo sindacale di risposta. Ma so che tu hai ben altri strumenti cognitivi e di esperienza per sostanziare un discorso più ampio. Caro Tom, se avessi tempo e voglia, potresti pensare di fare qualche intervento ad hoc su questo blog: sarei lieto di pubblicare qaunto conosci e hai da dire in maniera personale e professionale. Per finire, sul rifiuto non posso non linkarti la pagina del sito di Rifiuti Connection (http://www.rifiuticonnection.it/), dove il coraggioso amico Peitro Dommarco ha approfondito tante delle cause che sottendono alle tue giustissime domande. Ma anche nel blog della OLA o di Andrea Spartaco linkati nel banner a lato di unlucano potresti trovare qualcosa che sostanzi il mal-costume della mala-gestione del rifiuto, in Lucania tanto quanto specularmente nel resto di questa nazione, incivile solo per come tratta i propri rifiuti. Grazie per il tuo interessantissimo intervento che, ripeto, meriterebbe altro e ben più approfondito spazio di questa superficiale risposta che posso darti qui in commento. Sei sempre un ospite super-gradito: spero che riuscirai a continuare la lettura e magari a trovare altri spunti di dialettica. Un abbraccio e a presto.

  3. Pingback: SEO-SISTEMA DI AZIONI QUOTIDIANE | unlucano

  4. tom

    UnLucano è sempre un lucano. Farò questa analisi anche ne rimarrai deluso perché, come tutti, ti fai abbagliare dal MOSTRO inceneritore/termovalorizzatore; in realtà la connection non è lì, prova a superare lo stereotipo e osserva le s.p.a. a capitale pubblico gestite da privati, si capirà anche perché le Provincie non chiuderanno mai, forse si privatizzeranno. Comunque manterrò l’impegno di analizzare il settore per consentire agli UTENTI di capire dove vanno i soldi dei rifiuti.
    Ciao

    1. Caro Tom, io mi lascerei abbagliare solo dall’emergia tratta dalla natura, senza dover usare i rifiuti per ottenerne più dell’effettivo fabbisogno reale umano. Detto ciò, non si capisce perchè non sono state mai rese effettive – con relativa profusione di energie umane ed economiche – politiche dirette a ottenere la raccolta differenziata al 100%, superando il concetto di rifiuto e passando per quello di ri-uso. Lo sai anche tu che è una cosa possibilissima, ma gli inceneritori fanno comodo, sebbene ancora non si è capito a chi (parlo retoricamente, of course). Il problema delle municipalizzate e degli Enti Provinciali è ancora un altro o solo un’altra parte: io non credo che il maggior beneficio dai danni ambientali dovuto al non-ricorso alla differenziata al 100% (o rifiuto zero) risieda solo nel magna-magna strutturale di municipalizzate e altri enti parassitari; piuttosto vedo un grande quadro che fa esportare i rifiuti indifferenziati (anche e soprattutto tossici) verso la PRC, dove vengono riciclati a loro volta in materie nuove. Ed è solo uno degli esempi (che io già conoscevo bene, ma che è stata portata alla ribalta anche da una puntanta memorabile dell’ottimo Report su RAI 3). Un altro è quello che tali pratiche servano anche a mascherare traffico di rifiuti letali (ed è la parte più “succosa” del business del rifiuto che ho anche sfiorato nel copybook di sopra). Ad ogni modo, dovresti sapere che unlucano non viaggia per stereotipi ma solo per tipi-stereo: detestando le monotonie, apprezzo molto il tuo intervento e ancor di più se avrai voglia di approfondire le questioni. Capisci bene, però, che non sono le mie visioni o miei punti di vista, considerando che abbraccio pensieri molto più radicali di quelli che pervadono ancora le economie così come vengono imposte e proposte, ivi incluso il trattamento dei RSU: ciò che ho scritto in SEO vuol sottendere anche questo. Torno a ringraziarti per la passione con cui segui il blog. Un caro saluto e a presto

  5. arieccomi! Sono giunta al termine del documento, e non credo ti stupirai perchè è complesso, viste le moltissime informazioni che impegnano la mente, ma suscitano anche ondate di indignazione.
    Mentirei se dicessi di aver compreso tutto,tu hai una preparazione invidiabile, tuttavia anche per chi non ha gli strumenti è un documento importante perché spezza l’inconsapevolezza, induce alla riflessione.
    Rubo qualche tua considerazione finale, che è altresì perfetta conclusione di un mio assai più modesto discorso. 🙂

    1. Beh, allora io mentirei se ti dicessi che non aspettavo con ansia un tuo giudizio. Sono pochissime le persone che hanno avuto “stomaco” di leggerlo. E sono tutte persone il cui giudizio mi sta particolarmente a cuore. Tra queste ci sei tu. E finalmente mi hai detto, Maktub! Il fattore comprensione credo che non sia dettato dall’avere o meno gli strumenti, ma dal fatto che l’ho appositamente architettato affinchè fosse un tourbillon di informazioni in uno dei possibili viaggi delle nostre azioni quotidiane. Moltissimi altri se ne possono originare, ma mi sono dovuto fermare. Per esempio non ho inserito Nomura – e avrei seguito una scia di scoop – come non ho fatto un viaggio più approfondito in tanti altri argomenti che ci riguardano molto da vicino. Sono appunti e, nella loro modestia, mirano proprio a fare quello che scrivi tu: cercare di spezzare l’inconsapevolezza e indurre alla riflessione. Non scopro niente di nuovo, ma cerco solo di raccontarlo. E visto che lo hai letto per intero, vuol dire che mi sento meno solo. Rubare? Maktub, il documento è nella categoria per diffondere. E poi tu non rubi: arricchisci, e sicuramente lo farai con quello che hai in mente:)! Ti sono mille e più volte grato per averlo letto e avermi voluto mettermi a parte delle tue considerazioni che ritengo preziosissime. Un caro, caro saluto e a presto…

  6. Pingback: Incarognito e ignorante, il Bel Paese! | MAKTUB

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