“Ci sono segreti che non permettono di essere svelati” (Aforismi – E.A.Poe) i Sigg. DiBello e Bolognetti devono essere ringraziati per aver fatto il contrario!
Prima di scrivere questo post, volevo accertarmi che le varie voci pubblicate fossero più o meno convergenti sui fatti. Perciò, non li riporto per evitare personali distorsioni – umane e oggettivamente sentite – e linko una delle fonti da cui ho appreso la notizia (OLA, ndr; http://www.olambientalista.it/inquinamento-pertusillo-presi-i-delinquenti/), cioè nella fattispecie, le persone che per me mettono meno filtri politici o pregiudiziali in assoluto (siamo allo zero, per quanto umanamente sia possibile).
Precisazione: premetto che non conosco nè sono mai stato in contatto con i Sigg. Di Bello e Bolognetti. La solidarietà nei loro confronti l’ho già espressa in altri blog, e con questo post intendo andare oltre un semplice messaggio di compiaciuta vicinanza, manifestando loro il mio pensiero.
Il discorso a posteriori su un rinvio a giudizio del Sig. Bolognetti – mentre il Tenente della Polizia Provinciale Di Bello mi pare abbia già subito condanna a seguito del patteggiamento di pena – rientra in un quadro molto meno concreto, sebbene ai più appaia come l’ennesima quanto artificiosa storia della giustizia italiana. Questo blog non suppone di poter essere nè pro-giudice, nè pro-giudicato, nè si presta a teatrini da giuria popolar-televisiva, ma sicuramente contro il malaffare lucano sì!! E questa è storia di malaffare: se ne sente l’odore in lontananza! Lo sentite anche voi, nevvero?! O è solo un paradossale quanto penoso misunderstanding kafkiano?
Le domande che mi pongo sono tantissime, tra cui queste: ma come, due persone vengono a conoscenza di fatti rilevanti per l’incolumità e la salute pubblica, e dunque vengono a loro volta denunciati da un politico (Sig. Santochirico – ex Ass.re Ambiente) per rivelazione d’atti d’ufficio? E la materia sostanziale dov’è? Ovvero, l’oggetto della rivelazione lo vogliamo vedere sì o no? O basta il formalismo giuridico del cazzo “rivelazione d’atti d’ufficio” a poter silenziare l’oggetto di quegli atti? E poi, perchè non erano stati resi pubblici, come ancora non avviene se non in maniera artata, ben sapendo tutti noi che le analisi sono solo un giudizio tecnico di parte (ARPAB – ISS), ma che essa è la parte più importante perchè preposta al controllo SERRATO dell’ambiente e della salute pubblica? …e via dicendo.
Il fondo inopinabile – sia a un livello teoretico-giurisprudenziale che formalmente strumentale della prassi investigativa e processuale – è che la giustizia, sollecitata da una denuncia, ha applicato i propri metodi, l’iter d’indagine, e si è pronunciata con un rinvio a giudizio. Appunto: rinvio a giudizio, non giudizio immediato che, se vi fosse stato, avrebbe appurato immediatamente che il fatto forse sussiste, ma la colpa è ontologicamente e concretamente nella sostanza che ha causato il presunto crimine, ovvero gli atti stessi. Gli effetti, invece, sono sotto gli occhi di tutti. Di cosa si parlerà in aula? Del fatto che due persone hanno divulgato materiale riguardante analisi e dati dello stato delle acque del Pertusillo e che quei dati – SECONDO UNA COSCIENZA CIVILE, OLTRE CHE UNA LOGICA DI ISTINTIVA RAZIONALITA’ INDIVIDUALE E COLLETTIVA – dovevano per forza essere portati alla luce e non ammuffire in cassetti di uffici sabbiosi e insabbianti? Presunzione? No, constatazione dei fatti a posteriori, visto come è stata (mal)trattata la materia specifica negli ultimi mesi.
Evito di entrare ulteriormente nel merito del diritto – sebbene abbia un fortissimo prurito a volerlo fare. Ma di scagliarmi contro i partito-politicanti lucani – vecchi e nuovi – sì! (Bolognetti lo escludo, perchè è il suo excursus a farmelo escludere dalla mandria di nullafacenti politici!). Non ho letto in queste poche ore dall’uscita della notizia neanche due righe da parte dell’Anzien Regime, oltre che nessun comunicato dei sindaci dell’area interessata (forse non sono stati pubblicati online o io sono preso da cecità improvvisa?!?). Lo scandaloso vivere-per-anestetizzare della presunta e presuntuosa classe dirigente lucana, è il peggio che si possa sopportare, anche in queste occasioni, dove agli occhi di un ingenuo selvaggio come me che rincorre spirito delle leggi e non leggi sotto spirito, si palesano chiaramente gli schemi significativi delle funzioni fàtiche del teatrino dei politicanti: pronto? mi senti? Il controllo del canale di trasmissione dei messaggi si mutua immediatamente al controllo dei messaggi stessi, oltre che dei mezzi attraverso cui si vogliono trasmettere. E quindi, in questa fattispecie, il controllo se pure vi è stato, non ha dato risultati; niente, nisba; nix; zero; nudd’!
Quindi: la magistratura procede; la politica sta ferma (strano, visto che quando vuole si muove e anche velocemente!?); la comunità s’indigna per quanto sta avvenendo (GIUSTAMENTE!!); i mass-media a seconda dell’appartenenza scrivono pro o contro qualcosa/qualcuno. Il fatto di fondo resta, e per me è anche significativo: nessuno può esimersi dall’avvertire la comunità di un fatto grave o gravissimo, ma che sicuramente dovrebbe essere illuminato, approfondito e, ove fosse accertata delittuosità, incriminati gli autori e i mandanti e condannati alle pene previste dall’attuale relativo codice di procedura. Chi scrive o dice il contrario, presume di essere judicial-friendly, ma sottende a un’ignoranza di fondo e del sistema delle leggi umane (SALVAGUARDIA PER SE’ E PER GLI ALTRI, in primis!) paragonabile solo a coloro che hanno rinviato a giudizio Bolognetti; e chi parla o scrive tendendo a essere avulso, cercando di prendere le distanze difendendo l’iter in sè (perchè sarebbe troppo scomodo approfondire?!) tanto per difendere lo staus quo, appartiene a una specie neandertaliana in via di completa estinzione: il politicante siore e siori; colui il quale illude la platea con parol-politichese stretto sapendo di avere sempre una rete connivente con cui pararsi il sedere. Alla fine: chissenefrega di una denuncia, di tre gradi di giudizio se Bolognetti-DiBello probabilmente hanno scardinato qualcosa di molto pericoloso e che forse neanche avremmo avuto il dis-piacere di poter minimamente conoscere.
Sostengo che la giustizia deve essere obiettiva, ma anche e soprattuto intuitiva, ovvero guardare molte volte aldilà di quella che è la kafkiana procedura burocratico-giudiziaria e catapultarsi empaticamente nella sostanza di quello che sta leggendo, non essere invischiata nei meandri commistico-articoleschi da ius romanus, viziato e imperfettibile tanto quanto lo sono il legislatore, il legiferante e l’ignavo esecutore. Il fatto DiBello-Bolognetti e la Pertusillo Dam Pollution rientrano nei canoni praghesi di un Processo dai contorni a dir poco inquietanti, senza dubbio destabilizzanti per la comunità, spettatrice di questo madornale paradosso. I protagonisti patendi di questa storia stanno ricevendo solidarietà dovunque, tranne che da coloro che hanno i cravun’ vagnat …probabilmente dall’acqua del Pertusillo?
Concludo invitando tutti a voler sottoscrivere un documento con cui si chiede l’immediato annullamento del processo istruendo nei confronti di persone che hanno agito da liberi cittadini per la libertà d’informazione e l’INCOLUMITA’ dei cittadini, lasciandolo incompiuto tale come il Processo par excellence di kafkiana memoria. Oltre a far risparmiare soldi e tempo ai magistrati nell’inseguire le farfalline con il retino, potrebbero pure usare il retino per analizzare le carpe del Pertusillo; sarebbe pure opportuna una controdenuncia contro ignoti per verificare lo stato di salute dei cittadini lucani, dell’ambiente lucano in genere: voglio vedere la solerzia o se l’Anzien Regime tutto – e chi ambisce agli scranni alle prossime elezioni – se ne sta zitto e quieto, prende le distanze “rispettando” ottusità burocratico-giudiziarie siffatte. Ma soprattutto, m’incuriosisce cosa risponderanno quando le liste dei malati, le malattie e l’inquinamento lucano troveranno un collegamento??
Ecco la mia inquietudine: oggi Masson Monti in e per altri contesti parlava de “l’appoggio dei poteri forti” che il governo a sua detta sembra aver perso: non sarà questo il caso opposto in cui i poteri forti – anche alcuni di quelli di cui parla il dittatore – stanno spalleggiando una dinamica molto torbida nella Lucania avvelenata, ma venduta come paradiso per trivelle, rifiuti e scorie???
Lo sapremo presto.
Non so chi si celi dietro questo articolo, ma avverto la necessità di dire grazie!!!
Sono io che La ringrazio per quello che ha fatto. Francesco Giannatiempo.